Aspettando di essere arrestati la notte by Tahir Hamut Izgil

Aspettando di essere arrestati la notte by Tahir Hamut Izgil

autore:Tahir Hamut Izgil [Izgil, Tahir Hamut]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-23T12:00:00+00:00


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Rifiuto

La condanna all’ergastolo di Ilham Tohti per aver «diviso la patria» mi aveva scosso profondamente. Per sicurezza, decisi di richiedere il visto americano per la nostra famiglia. Quanto al trasferirci all’estero, io e Marhaba eravamo d’accordo di continuare a pensarci e vedere come si sarebbe evoluta la situazione. La durata dei visti americani per i cittadini cinesi era stata estesa a dieci anni; pensammo che avremmo avuto molto tempo per decidere, se le cose si fossero complicate ulteriormente.

Chiedendo in giro, trovammo un agente per i visti a Pechino, un giovane han di nome Li Yang, che gestiva una piccola agenzia di viaggi vicino al distretto delle ambasciate. Li mi colpì per la sua cordialità e la sua esperienza, e mi disse di aver aiutato molti uiguri a ottenere visti. Comprendeva bene la situazione nello Xinjiang e le condizioni che gli uiguri si trovavano ad affrontare. Ero felice di aver trovato la persona giusta per aiutarci.

Dopo aver pagato la tassa per la richiesta del visto americano e la quota per i servizi online di Li Yang, ricevetti da lui un elenco di documenti da raccogliere per la nostra pratica. Compilai il modulo per richiedere il visto turistico e lo inviai a Li via e-mail, insieme alle copie dei nostri passaporti e delle carte di identità. Li ci prese un appuntamento per un colloquio all’ambasciata americana nel marzo 2015.

A metà marzo preparammo i documenti di cui, a detta di Li Yang, avremmo avuto bisogno per il colloquio: i passaporti e le carte di identità, il libretto con la registrazione della residenza, l’atto di proprietà dell’appartamento, un estratto conto bancario, il nostro certificato di matrimonio e quelli di nascita delle nostre figlie, la registrazione dell’azienda, il mio certificato di laurea e anche il libro che avevo pubblicato. Nell’insieme, questi materiali riempivano uno zaino.

In aggiunta, io e Marhaba dovevamo fornire una garanzia scritta da parte della nostra società. Questo documento riportava i nostri ruoli in azienda, il nostro stipendio annuale, le date del nostro soggiorno negli Stati Uniti, la fonte di finanziamento del viaggio e la garanzia da parte della ditta che saremmo tornati per la data indicata.

L’estratto conto andava richiesto direttamente alla banca. Doveva dimostrare che il richiedente possedeva almeno 100.000 yuan di liquidità, e specificare tutte le transazioni avvenute con questi fondi nei sei mesi precedenti. Considerata la media dei salari degli uiguri, per guadagnare una somma simile ci voleva un anno e mezzo; poiché noi facevamo domanda come famiglia, dovevamo avere sul conto il doppio del denaro. Ci procurammo la documentazione dalla banca.

Conclusi i preparativi, io e Marhaba volammo a Pechino. Una volta arrivati, andammo direttamente al Centro Affari dello Xinjiang, che nella capitale offre servizi alle persone residenti nella Regione autonoma, e ci registrammo nel suo hotel. In genere, in Cina, al di fuori della regione uigura, gli alberghi non offrivano ospitalità agli abitanti dello Xinjiang, e in particolare agli uiguri. Anche quando permettevano a un ospite uiguro di prendere una stanza, la polizia doveva essere informata immediatamente e si presentava subito in albergo.



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